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Roma il primo incontro del Coordinamento Giovani di Caritas Italiana

Martedì 8 aprile 2025, si è tenuto a Roma il primo incontro del Coordinamento Giovani di Caritas Italiana. Hanno partecipato 75 operatori in rappresentanza di 36 Diocesi. Sono le persone che si occupano a vario titolo della dimensione giovanile, nonché i referenti YOUngCaritas. Obiettivo del Coordinamento: attivare insieme una rete in grado di costruire iniziative e condividere riflessioni e proposte che permettano di coinvolgere sempre più il mondo giovanile, stimolando tutti al dono di sé a servizio delle fragilità.

La giovinezza come tempo dell’azione

Uno dei momenti centrali della giornata è stato l’intervento del prof. Mattia Zunino, docente di Scienze dell’Educazione alla LUISS, che ha offerto spunti preziosi per rileggere il rapporto tra giovani, tempo e partecipazione.

“La giovinezza è una fase di transizione fondamentale, che segna il passaggio dalla famiglia alla vita adulta”. Eppure, nel contesto italiano, definire “giovani” fino ai 35 anni rischia di appiattire le differenze individuali e le traiettorie personali”.

Una nuova partecipazione giovanile

Altro tema centrale dell’incontro: la partecipazione dei giovani. I luoghi tradizionali di impegno, come partiti e sindacati, non sono più i punti di riferimento. Ma questo non equivale a disinteresse. Al contrario: i giovani partecipano secondo modalità nuove, spesso legate a cause specifiche, in modo episodico ma profondo. Si parla di partecipazione “single issue”: un impegno focalizzato, motivato da valori forti, ma talvolta privo di continuità perché l’offerta partecipativa non riesce a intercettare i loro bisogni reali.

Eppure, il portato valoriale dei giovani esiste, e merita di essere ascoltato e valorizzato. C’è sete di giustizia, di cura, di solidarietà. C’è voglia di esserci, a modo proprio.

Comunicare per incontrare

In un mondo dove l’82% dei giovani passa in media oltre cinque ore al giorno davanti a uno schermo, la comunicazione è chiave. Ma che tipo di comunicazione? Il rischio è che si sviluppi un’economia della solitudine, fatta di app e contenuti che separano più che unire.

Proprio in questa solitudine può nascondersi un bisogno: il bisogno dell’altro. È qui che il linguaggio del dono, della solidarietà, della cura può diventare risposta concreta, resistenza creativa, come ha ricordato il prof. Zunino.

Giovani protagonisti, non destinatari

A chiudere la giornata, le parole di don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, che ha sottolineato un principio fondamentale: i giovani non sono destinatari del servizio, ma protagonisti. Una frase che dice molto più di quel che appare. È una visione che chiama alla corresponsabilità, al protagonismo, alla costruzione di un presente in cui ciascuno può avere voce, senso e impatto.